Qua trovate tutte le mie poesie scritte dopo "Semi d'Autunno" e soprattutto dal fine 2007.
Sono molto importanti anche queste per me, come ogni cosa che ho scritto in questi anni, sono espressioni della mia percezione della vita.
Dell'amore e di tutto ciò che mi rende vivo.
Buona lettura.
Martin
You are here:
- Notice
Oblio
Dio, questo oblio.
Quanto detesto questo sordo tuo e continuo e ritmico berciare.
Maledetto tra tutto.
Mille persone o musica, tv, amici o niente nulla riesce a ranggiungerti o eguagliarti.
Il silenzio.
Dismetto le mie armi.
Le poso a terra con onore.
Son'io.
Che qua t'evoco.
Pallido riflesso di ciò che sono.
Archetipo di sogni di siffatta ombra.
Veleno.
Lento ed inesorabile.
Pulsi, come un'ossesione nei miei vasi.
Oh carne mia.
Oh anima mia.
Giungi, te ne prego, dove tutto non ha colore.
Dove nulla ha sapore.
Dove il tempo non puote corrompere.
Dove la quiete è un qualcosa che s'agogna e non si teme.
Troppo, troppo t'ho seguito.
Ora sei sfuggita e per le nocche discendi.
E come cera morbida, come miele modifichi la tua forma cadendo.
I miei ghiacciai in frantumi, al tuo passo arretrano.
Mostrano ciò che non sono.
Danno ciò che non ho.
Tendi allora con rumore la sagitta e scaglia lo dardo tuo nel petto di quest'uomo che.
Che nelle braccia non ha.
Che sulla pelle non ha.
Che nella mente contiene.
Che nel cuore una pletora di fogli bianchi e inchiostrati ha.
Oh indole mio essudata dal cuore.
Quanto smuovi codesto mio destino.
E quando scaraventi navi contra gli scogli miei aspri.
E quando imporpori la Luna d'un argento che acceca.
Mio fato.
Che prendi e dai.
E poi ancora.
Mi par azzardo il pensarlo o il crederlo ma, t'amo per ciò che divento, nell'immobile moto dell'esser vivo.
Martin
Quanto detesto questo sordo tuo e continuo e ritmico berciare.
Maledetto tra tutto.
Mille persone o musica, tv, amici o niente nulla riesce a ranggiungerti o eguagliarti.
Il silenzio.
Dismetto le mie armi.
Le poso a terra con onore.
Son'io.
Che qua t'evoco.
Pallido riflesso di ciò che sono.
Archetipo di sogni di siffatta ombra.
Veleno.
Lento ed inesorabile.
Pulsi, come un'ossesione nei miei vasi.
Oh carne mia.
Oh anima mia.
Giungi, te ne prego, dove tutto non ha colore.
Dove nulla ha sapore.
Dove il tempo non puote corrompere.
Dove la quiete è un qualcosa che s'agogna e non si teme.
Troppo, troppo t'ho seguito.
Ora sei sfuggita e per le nocche discendi.
E come cera morbida, come miele modifichi la tua forma cadendo.
I miei ghiacciai in frantumi, al tuo passo arretrano.
Mostrano ciò che non sono.
Danno ciò che non ho.
Tendi allora con rumore la sagitta e scaglia lo dardo tuo nel petto di quest'uomo che.
Che nelle braccia non ha.
Che sulla pelle non ha.
Che nella mente contiene.
Che nel cuore una pletora di fogli bianchi e inchiostrati ha.
Oh indole mio essudata dal cuore.
Quanto smuovi codesto mio destino.
E quando scaraventi navi contra gli scogli miei aspri.
E quando imporpori la Luna d'un argento che acceca.
Mio fato.
Che prendi e dai.
E poi ancora.
Mi par azzardo il pensarlo o il crederlo ma, t'amo per ciò che divento, nell'immobile moto dell'esser vivo.
Martin
About the author Martin - Andrea Franzino
Martin (Andrea Franzino)
"Per cadere, basta una spinta.
Per volare, ci vuole perseveranza."
Le mie Poesie
I miei Aforismi
Google +1
Creative Commons
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
Se volete donare per permettermi di poter manutenere e migliorare questo blog di poesie, sentitevi liberi nel farlo. Ovviamente vi ringrazio per l'attenzione. Martin