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LA MIA TRAGEDIA

( 1 Vote )
un palcoscenico
vuoto
deserto
una nicchia
ideologica
fuori dal tempo
e dallo spazio
un esercito di spettatori
inesistenti
miriade di sedie senza corpi
odore di teatro
odori di trucchi spessi
di polvere
di sudore
maschere bianche qua e là
qualche costume di scena
varie scenografie alle mie spalle
che si susseguono spente
che si compenetrano
impronte sulla polvere di piedi
nudi
qualche petalo secco
un uomo seduto
schiena contro un mobile antico
una ricostruzione come    TUTTO
qualche sfregio
legno scadente

“si dovrebbe amare per sempre
non bisognerebbe mai che
non ci si ami”

voce lenta
un sussurro suadente
una agonia liscia
morbida
dolorosa
maschile

“quei tuoi capelli
su cui sono fioriti mille
bacche profumate
quei sogni dorati
che mai diverranno
argento puro”

sguardo nocciola
rivolto verso l’alto
dove giace impiccata una
Luna finta
di legno
sottile
come la vita
che ci sovrasta

“quegli occhi
perle d’oriente
in cui ho annacquato
ogni mio respiro
quei lumi
che
erano
tutto
il
mio
oceano
quelle finestre
aperte
perfette
sul tuo cuore
di donna”

respiro affaticato

“quel corpo
suadente
che reprimerebbe
il più convinto
guerrafondaio della
inutilità
delle morti inutili”

lacrime che a stento non escono

“quel seno perfettamente ricamato
sulla tua pelle
quella voce che non si può dimenticare”

gli occhi si chiudono
feriti

“tutti quei ricordi
che si spezzano
in infiniti cieli
autunnali
quelle rimembranze di
te
e
di me
quei rimasugli
della tua fresca anima
da me gelosamente
trattenuti in giare
nascoste nel profondo”

“tutti quei momenti
che per me sono l’unico presente
la certezza di un
non-futuro
e che
sono invero solo
passato”

“non si dovrebbe mai
amare per sempre
qualcosa che
non si ha”

“sono pazzo
sono bolso
sono martoriato da
me stesso”

“divento nuvola
viaggio in te
ma
tu
dove sei”

lontana

“un sole che non
batte sulla mia terra
una notte
perenne
sul mio cielo”

“non si dovrebbe amare
qualcosa che non
si deve avere”

no no no no no no no no  no  no no  no no

“il calore del tuo corpo”

“il sorriso delle tue labbra”

“la luce nel tuo stomaco”

le mani si alzano verso il cielo seguite
da un lamento
uno straziante “no”
le mani pittate da giovane sangue

“scorre ora su di me
la tua vita”

“lo sento quel calore
ma
non era questo
il timbro che volevo
avere”

“sei così bella”

“questo sguardo nel nulla
giaci a terra come foglia
caduta
davanti ai miei piedi”

“sei stupenda”

“sei un sogno
non sei mai esistita in fondo
che in me”

“mai amare
qualcosa nel passato”

“sono pazzo
sono un assassino”

“eppure sono vestito da principe”

si alza la mano destra
si cattura il pugnale
da terra

“e adesso
sarà per
sempre
mia amata”

una incisione profonda
come la vita che
non ha saputo vivere

“la vita non
tutti
la meritano
mia amata”

“io
non la merito”

“io divento giudice
di me stesso”

“divento esecutore
della mia pena”

“divento boia
divento condanna
proscrizione
scelta”

il polso reciso
il sangue suo
che cola veloce
in una corsa folle
verso il pavimento
verso l’altro sangue

“e mentre questo liquido
linfa vitale
defluisce
la mia anima
si invola
dalle mie finestre”

“finalmente
essa può dimettere
questo vestito di carne
che non ha
mai
scelto
di indossare”

gli occhi che si chiudono
lentamente

“mia amata
accettami
silenziosa
in questa
festosa
pausa
che mi concedo”

il corpo che scivola
che si accascia lento
sul pavimento
di fianco
al corpo morto
da poco
prima del suo
si trascina verso quel
volto
quell’ovale
che era il mondo
con la mano sana sposta
il braccio di Lei
intorno al suo collo
le vene gonfie su quel collo
maschile

“le mie labbra ti doneranno l’ultimo respiro
e ti giuro che sarà
per sempre “

“con fatica
mi sento mancare le
ultime forze
ma
devo farcela
devo arrivare a quelle labbra
tue
lucenti
devo
devo
devo farcela
ancora un secondo
ecco lo senti amore
mio,
le ultime parole
che ti dono
insieme a tutto
quello che mi appartiene
tutto per te”

“io mi chiamo Jesus
è un nome come un altro
donatomi dai miei antenati
e Lei
si chiama ironia della sorte
 Maria Dolores
ed è la donna più bella della mia vita”

“volevo che tu fossi mia
per almeno tutta la mia vita”

“e infine lo sei
sei l’ultima cosa che vedono
i miei occhi
l’ultimo odore che percepisco
l’ultima luce che sento
l’ultimo calore che voglio”

“ecco lo sento che arriva”

“incalza”

“annaspo amor mio”

“annaspo”

“oh, io muoio, amore”

“e come nelle ultime rappresentazioni”

“nello stesso momento”

“sento “

“nella mia testa”

“una
voce
che piangendo sussurra”

“buonanotte
dolce principe
e possa un volo d’angeli
condurti al tuo riposo”

“nessun applauso
questa
volta
nessun inchino
solo luce
luce
luce
per la prima volta
amore mio
e voi tutti
Luce”

Si chiude il sipario sulle vita di loro due.
Non disturbiamoli con accenni di pietà.
O qualsiasi altra espressione facciale.
Lasciamoli così, perfetti nella loro morte.
Ove nell’amore non sono riusciti, nell’altro mondo hanno saputo, forse, trovare la verità.
Non ci sono parole sempre per ogni cosa, non ci sono verità assolute, né uomini immortali.
Ci sono solo tantissime righe incise nelle reti del tempo.
O voi che mi ascoltate, lasciate ogni dolore su di me.
E librate il volo giusto, prima che sia troppo tardi.
Capire, decidersi, trovare il proprio posto.
Fatelo miei spettatori attoniti.
Fatelo.
Non cercate nulla al di fuori di voi stessi, nemmeno l’amore.
Tutto giace cristallino e perfetto già dentro di voi.

Cercatelo.


Martin
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"Per cadere, basta una spinta.
Per volare, ci vuole perseveranza." 

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