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zitto zitto

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Devo, devo scrivere..
E’ compulsivo, è necessario.. è un conato.

Ho la sensazione che il fango, lo stupido e brutto fango abbia penetrato la mia carne in lei.
Lo sento.
Non ieri.

Io…

E io, mi spezzo su questa sostanza che infetta dio.

Il mio odore, la mia pelle.
Io non vi appartengo.
Non sono uno come voi.
Voi siete lì, mi osservate io non riesco a vedervi più.
Sono qualcosa di diverso da voi.

                        Non meglio.

Diverso.

Non di questo tempo.
No, non vi capisco,
donne, uomini.
Non vi capisco.
Cosa cazzo volete da voi e dalla vita.
Qualcuno che vi scopi, che vi fotta via la noia?
No, voi volete, voi pretendete, voi chiedete di essere stupiti, amati, capiti, guidati, divertiti, ascoltati.
volete solo distruggere, la maggior parte di voi almeno.

Ma io, non sono qua.

Zitto zitto,                              

zitto.

Non vi vedo, ma vi sento.
Il mio cuore pulsa al contrario, la linfa eterna.
Fratello perché?
Perché non riesco a lasciarmi andare, perché non capisco, perché sono diverso da tutti pur avendone i difetti,
perché allora
non mi recidi.
Cosa devo fare io quaggiù.
La malinconia e la tristezza, vivono di me.
Non possiamo essere felici, lo so lo so lo so.

Ma almeno sereni, quello dovremmo.

Sempre.

Il mio odore, la mia pelle.
L’amo.
Starà con me per sempre.
Sempre sarà in me.
Sempre saprà di me.
E sempre sarà l’unica cosa a essere per sempre.
Anche se ora rimane di me un’oncia di me.
Tornerò.

Per me.

Ora scappo, via                      via.
Lontano da me.
Il più lontano che posso.
Perché mi odio, e m’amo.
Perché solo chi ami puoi odiare.
Perché ho lame nella schiena conficcate, anche se non mi devi nulla.
Ma io le sento lo stesso.
E mi chiedo perché…

Perché con quel fango mischi i tuoi colori a tempera..
Non importa più.
Volevo solo vivere,
al tuo fianco.

Ma tu dove sei
 ora?

In quale sguardo vivi.
In quale corpo, vivi, amore e compagna ?
Sto dando vita alla pianta nera della disperazione con il mio sangue bluastro.
E il mio stomaco s’infetta e si comprime.
Sta diventando tardi, sempre più tardi.
Di cosa sto vivendo, ora?
Dove diavolo sono.
Vago, chi sono.
Pensieri, foto, caratteri, umori.
Dove sono..
Immerso d’immenso e non trovo l’uscita.
Persone nere mi tirano dentro, mi schiacciano i polmoni.
E le mie Silfidi mi dico tutto all’orecchio.
Mi svelano fatti che diventano lamine e che forse non dovrei nemmeno sapere.
Ma l’ignoranza è il nulla.

Il mio odore, la mia pelle.
Sono me, e sono in me.
Divento il niente per essere il tutto, ancora.
Muoio per vivere.
Penso per non pensare.

In volo, in volo nuoto verso dove posso.
Verso dove mi porta il vento.
Scruto, ma sappi che non ti sto solo cercando.
Perché tu sarai mia, per sempre o niente.
Nonostante tutto o niente.
Invecchierai con me, o niente.


Non ho paura di affrontare il viaggio da solo.
E che non mi piace.

Ah, ancora una cosa,

                                         non mentirmi mai.

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Martin (Andrea Franzino)

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Per volare, ci vuole perseveranza." 

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