Ehi, muso..
Stasera sono fragile.
Non posso permetterlo quasi mai.
Ma stasera, in estate, me lo concedo.

Non triste, non nulla.

Ecco nulla.

Annuso l'aria, che sa di troppe sigarette e auto.
Odora troppo di questa città.

Sa troppo di gente.
Eppure stasera non vorrei essere altrove.
Ho scritto un sacco, per me.

E poi ho detto, ma si, raggiungiamola.
Da distante.

Sai, non mi ha dato fastidio che tu...
Solo non era il momento.

Non ero io.
Si in effetti non penso ti interessi questo.
Ciò che è passato è passato.

Però volevo dirtelo.
Volevo dirti che mi ha stupito.

Chi sono.

Chi sei, tu?
Oltre a quella tua immagine che ti ritrae, in penombara.
Più di mille e una cosa.
Come taluni.

Non tutti.

Ti sto ammorbando?
Su, su zitta ancora un poco.
Si lo so, adesso che mi leggi è mattina.
E sono discorsi da leggere o sentire di notte.
Ma capiscimi, per me è notte ora.

Beh, ora dismetto quest'aria un po lacunosa e melanconica e vado verso la battigia del sonno.
Quella spiaggia infinita, che porta seco un pò di risposte a domande, forse, mai espresse.

Come sto dici?
Sono ancora in quello stato che tu acutamente descrivevi come
"quel mezzo sorriso che sfugge".

Io sono un pò così.
Purtroppo.

Spero tu stia bene, davvero, io sono sereno, e un pò meno fragile ora.

Ti lascio ai tuoi mille pensieri arruffati.

Buona vita, che tu sia delusa o meno, mi rincresce, ma io c'ero.