A voi e a me.
Per voi la mia penna trema e distilla.
Per voi, con nessuna stima, io preparo codesta carta.
Per voi che percepite sempre con magone ogni fenomeno.
Sempre cercate altro da ciò che è, e mai trovate.
I pretesti, lo sapete che non mancano mai.
Grigi e spenti, vi ammalate persino, ma non vedete ciò che avete d'immenso ed unico.
Guardate torvi ed impauriti ma infrattandovi come ratti ovunque.
E sarete sempre scontenti e affamati senza conoscere nulla (voi sapete sempre tutto).
Avete paura della Felicità, e dunque non la meritate.
La vostra condanna sarà per vostra opra esclusiva.
Non cercate fuori dalla vostra carne un esecutore, una causa.
Non cercate un alibi, o un nesso.
Volete essere mesti, per ignoranza o comodo.
Sterili vi diffondete e sopravvivete.
Non siete satolli ancora, o mai?
Nauseati, no?
Ammorbati?
Dite basta a questa Malinconia, dite basta; cazzo.
E Vivete, smettete di provarci, senza paure, timori, risentimenti nel farlo.
E tra voi Io, umile e gagliardo io, che di questa femmina son stato re e servo.
Un compagno fedele.
Un amante silente.
Un combattente della polvere.
Infine, con la sana e consapevole ambizione d'oltraggiarvi e
con la speranza che vi svegli, perché la vita è meravigliosa,
per ciò che è nella nostra sublime imperfezione.
Io ho solo un'esortazione dunque, per tutti, ve lo dono chiosando con amore.
(Voi e me.)
Fottetevi.
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