Il tuo sapore corre su di me.
Ti vedo e sento.
Luna d’argento d’una pulcritudine che sovrasta.
Ho idea di te, e subito mi sfiori.
I fiori mi avvolgono.
E io sento le tue dita farsi rosse.
Piccole e fragili descrivono il mio viso.
La tua pelle mi copre.
Libbra dopo libbra.
Mi macchia come inchiostro e io scrivo nondimeno.
Musica d’incenso.
Bruci nelle mie vene.
Le stanze vuote che si riempiono di voce.
La tua.
Non esisti.
Eppure mi doni scaglie di pace.
E un’oncia di te.
E tutto diventa un mare.
Il tuo collo, quel sorriso rosa antico.
Quella leggerezza.
Li porto con me, come fosse vero.
Mi regali speranze, mi regali serenità.
Non voglio ferirti, tagliarti o spezzarti.
Ma ho mani vuote di te.
Colme d’acqua.
Dove sei, dove siamo.