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Il cappio

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Col cuore d’acciaio, la pelle d’argento,
capelli di rame e occhi dorati,
qual sogno appari dal nulla
non molto lontana da me.
Ferma a guardare, a pochi passi,
tu senza parole mi sfidi.
Sai bene cosa vuol dire per me
vederti, saperti vicina,
eppur crudele, sfuggente eludi
lo sforzo di farti mia.
Da sempre ti cerco, spirito arcano,
fugace son senza di te.
Per quanto io faccia, per quanto dica,
legata è la mia fama,
al breve arco della mia vita,
e poi è dimenticata.
Ti ho dato i miei sogni,
i miei amori, speranze e desideri,
i miei dolori, le mie angosce,
gli odi e i sentimenti.
Ancor non ti basta,
lo vedo negli occhi
che lanciano languidi sguardi.
Tu chiedi TUTTO a quei disperati
che prendi nella tua rete.
I poveri sciocchi ti inseguono sempre,
a lungo non resti digiuna,
del loro sperare in alti traguardi,
padrona del loro destino.

S’alza la nebbia e adesso vedo
il vuoto tra me e te.
Un baratro nero, è questa la prova,
che tu da sempre imponi.
M’assale allora un brivido freddo,
"Signora Poesia... perché"?
E tu, di rimando, la prima volta
mi parli con voce potente:
“Nessuno di quelli che sono eterni,
lo divenne senza rischiare.
Chi osa cercarmi passa gli inferni…
Mi vuoi? Tu DEVI saltare!”

Col cuore di spada, la pelle di luna,
capelli di drago e occhi di fuoco,
tu ora sei davanti a me.
Sedotto e assetato di eterna gloria,
non penso a rischi o mali,
metto, mia sponte, la testa nel cappio,
spicco la corsa… e salto…
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About the author Francesco Vitellini

 

Francesco Vitellini

"Tedesco per nascita, Calabrese per temperamento, ormai a Milano.
Vivo da sempre reinventandomi continuamente, con retrospettive in avanti.
Scrivere è, per me, rendere omaggio all’Ingegno umano e alla Natura delle cose, reali o meno.
La gioia scrive bianco; è solo un pizzico di tristezza a farci prendere la matita in mano."

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