E adesso?
Cosa dico al mio cuore.
Cosa gli racconto.
Che favola gli leggo, stasera.
Lui è coercibile, ingenuo, frivolo e infinito, un bimbo solo un bimbo.
(La mente no, lei è definita, irraggiungibile, saggia, adulta troppo adulta.)
Come gli spiego, ordunque, che la gente è se stessa e non.
Non quello che noi vorremo che fosse, sempre.
Nasciamo tutti liberi.
O almeno in parte.
(Le gabbie le mettiamo, poi, noi.)
Ognuno è unico, ed è quello che deve essere.
Noi spesso vorremmo a quel qualcuno rubare il colore.
Possederlo.
Una mano da appoggiare al volto, il suo calore.
Ma mi chiedo, allora, amare può essere anche questo?
Penso di sì, quando avrò cent'anni ti risponderò con certezza.
Sono nella nostra "Isla", ora, steso sulla sabbia, aspetto di vedere le orme
tue e mie, parallele e discontinue.
Ti sento, sai, nel silenzio più quanto abbia sentito mai nel chiasso.
Lo so, lo so...
Ma capita che le onde del mare escano dalle giare in cui le confiniamo (e nascondiamo), sai per cosa amore mio?
Per bagnarsi.